I Buddenbrook
La saga dei Buddenbrook
Quello che Thomas Mann raccontò nel suo primo grande romanzo, era in realtà qualcosa di autobiografico.
Qualcosa che esprimeva compiutamente la concezione estetica e politica dello scrittore tedesco, il suo rimpianto per una mitica e solida borghesia.
E’ la storia di una famiglia tedesca dell’ottocento, che dopo anni di prosperità, subisce una tragica decadenza. Il patrimonio e la potenza accumulati in tre generazioni e che sembravano eterni, vengono bruscamente sgretolati da una forza ostinata e segreta.
Ecco alcuni passi suggestivi di questo bel romanzo:
“Queste gioie del presente tuttavia non ci sono sempre garantite. I giovani che oggi fanno festa insieme a noi vecchi, forse non pensano che non è sempre andata cosi’…..Lo posso ben dire io che ho preso parte più d’una volta alle sorti dei nostri Buddenbrook.” (Parte prima, capitolo IV)
“Sui due figli del console Buddenbrook il poeta Jean-Jacques Hoffstede aveva certamente pronunciato un giudizio esatto. Thomas, che fino dalla nascita era destinato a diventare commerciante e futuro titolare della ditta, e frequentava la sezione tecnica della vecchia scuola dalle volte gotiche, era un ragazzo assennato, operoso e intelligente, che d’altra parte si divertiva un mondo quando Christian, studente di ginnasio, altrettanto intelligente ma meno giudizioso, rifaceva con grandissima abilità il verso ai suoi insegnanti.” (Parte seconda, capitolo III)
“E poco dopo furon diramate per la città le circolari nitidamente stampate e provviste di due firme, in cui Johann Buddenbrook senior aveva l’onore di comunicare che l’età avanzata lo costringeva a cessare la sua attività commerciale, e per conseguenza la ditta Johann Buddenbrook, fondata dal suo defunto padre nell’anno 1786, passava da quel giorno, con la stessa ragione sociale e tutte le attività e le passività, al suo figlio e socio Johann Buddenbrook che ne diveniva unico titolare. Con la preghiera di conservare al figlio la fiducia di cui egli aveva universalmente goduto….i sensi del più profondo rispetto….Johann Buddenbrook, che non firmerà mai più.” (Parte seconda,capitolo IV)
“Diramato questo annunzio, il vecchio ricusò di metter più piede negli uffici; da allora la sua meditabonda apatia aumentò in modo allarmante, e a metà di marzo, un paio di mesi appena dopo la morte della moglie, bastò una piccola infreddatura primaverile per costringerlo a letto…e poi, una notte, venne l’ora in cui la famiglia si raccolse anche intorno al suo letto, ed egli disse al console “Buona fortuna, eh, Jean? E sempre courage.” (Parte seconda, capitolo IV)