Cronaca
“Osate mio Signore, diceva Talleyrand a Napoleone, osate! Perché il prossimo secolo apparterrà a quelli che lo prenderanno”. Ma, almeno in Italia, non pare ci sia un Napoleone che raccolga la raccomandazione. Qualcuno ha calcolato che i due contendenti alle prossime elezioni politiche del 9 Aprile 2006, assommano un’età di poco inferiore ai 140 anni. Se il ricambio generazionale resta bloccato, l’emarginazione dei giovani costituisce uno spreco che ritarda la nascita di quel “dream team” di under 40 che potrebbe realmente cambiare il nostro Paese.
Pierluigi Sacco, nel Il Sole 24 Ore del 4/02/2006, afferma che nei primi anni ’90, nonostante le sue contraddizioni, il nostro Paese appariva come una delle realtà più dinamiche della scena economica globale. Oggi quell’epoca è solo un ricordo: la ricchezza di iniziative, lo spirito imprenditoriale, la curiosità, che erano vivi poco più di un decennio fa, sembrano sopiti. Il nostro Paese si è gradualmente trasformato in una palude ove si avverte la mancanza di governance, mancanza di qualità, poca libertà economica, poca trasparenza e poca competitività. Occorre – dice Sacco – un rapido, deciso ricambio della classe dirigente, un drastico ricambio generazionale analogo a quello realizzato dalla Spagna post-franchista.
Andrea Zoppini, professore ordinario di Diritto Commerciale all’Università di Roma 3, sostiene che la nuova legge sul patto di famiglia, che ha recentemente riformato il Codice Civile, presenta un testo lontano dalle proposte elaborate in sede scientifica anche in risposta alla raccomandazione UE del 7 Dicembre 1994. Un testo, dice Zoppini in un articolo apparso sul Sole 24 Ore del 3 Febbraio 2006, incoerente, tecnicamente improprio e destinato a produrre effetti discutibili sulla trasmissione ereditaria delle imprese.
Qualsiasi intervento legislativo sul tema del passaggio generazionale delle imprese, deve realizzare tre obiettivi: preservare l’unità del bene produttivo, favorire unicità di controllo, favorire l’investitura del nuovo leader. Secondo Zoppini, le nuove norme sul patto di famiglia non soddisfano questi obiettivi.
Una recente ricerca svolta dal Management Forum ha individuato alcuni punti di forza delle aziende familiari: ottimismo e visione lungimirante per l’impresa e la sua strategia, centralità della persona ed importanza dei valori aziendali che la rendono più forte agli occhi di chi vi opera. Ma anche passione e orgoglio della proprietà, che vengono percepiti dai consumatori e risparmiatori come garanzia di sana gestione, affidabilità e qualità dei prodotti.
La ricerca ha altresì evidenziato che entro i prossimi dieci anni i due terzi delle aziende a carattere familiare dovranno affrontare il problema della successione generazionale.