Cronaca
Un articolo di Alessandro Rosina apparso su La voce.info del 9 Ottobre 2007, tratta dell’alibi del proprio merito rivendicato da chi indugia a farsi da parte. Quando si parla di ricambio generazionale inceppato in Italia, dice Rosina, alcuni sostengono la tesi che la variabile età di per se non conti e che l’unico criterio da adottare sia quello del merito. C’è però il rischio che questo argomento sia un pretesto per lasciare irrisolta la questione generazionale. Se però non si affronta seriamente il problema, saremo destinati ad accentuare la nostra naturale propensione a difendere il benessere acquisito anziché investire nel futuro.
Chi va in pensione oggi, dice Giuseppe de Rita, ha almeno 20 anni di vita da gestire. Occorre compiere uno scatto per inventare un futuro libero dalla solitudine e dall’inutilità. La solitudine si vince con la relazionalità e l’emarginazione con l’appartenenza a circuiti collettivi. La solitudine dell’anziano non è un fatto psicologico, quanto piuttosto il frutto della sua personale tendenza a chiudersi in un sempre più stretto cerchio di pensieri, di interessi, di movimenti e della altrettanto inarrestabile tendenza di chi gli sta intorno a lasciarlo sobollire e svanire in quel cerchio. Così egli diventa “altro”: altro dalle vicende del lavoro, altro dalle dinamiche della famiglia, altro dalla naturale espansione di cultura e conoscenza, altro dalla crescita di nuove tecnologie e nuovi linguaggi. Resta fuori da tutto, diventa solo ed inutile. Per contrastare tale solitudine occorre che l’anziano abbia una forte dose, psichica e culturale, di relazionalità.
Insubordinazione all’Arcivescovo di Bari nel Monastero di Clausura Santa Chiara di Bisceglie. Provvedimento dello stesso Arcivescovo a carico delle tre monache rimaste nel Convento dopo la morte della vecchia superiore, della quale rivendicavano tutte e tre la successione.
Molti fallimenti di aziende familiari sono del tutto indipendenti dal business, essendo invece molto legati ai difficili rapporti che si instaurano tra i membri della famiglia. Quello delle psico-dinamiche familiari è un problema così serio da aver suggerito alla Business School di Losanna una soluzione basata su una specie di terapia di gruppo. L’ostacolo più difficile da superare è quello della capacità del fondatore a farsi da parte nei tempi giusti e senza condizionare i successori.