Cronaca Cronaca

09/06/2012
La successione generazionale sotto i migliori auspici: il punto di vista dei figli

09/06/2012
La successione generazionale sotto i migliori auspici: il punto di vista dei padri

04/05/2012
Alle aziende familiari piace la Holding con la “catena” corta

Un recente studio congiunto di Aidaf, Bocconi ed Ernst & Young ha messo in evidenza che le holding familiari italiane si stanno orientando verso la c.d. “catena corta”. Negli ultimi cinque anni aziende come Campari, Erg. Exor, Ferrero, hanno deciso di alleggerire la struttura di controllo perché è ormai dimostrato che quanto più la catena di controllo è corta, tanto più elevata è la redditività.

30/04/2012
Ricambi generazionali nelle aziende familiari italiane

Non esiste una ricetta buona per tutte le situazioni. E’ un dato di fatto condiviso ormai da tutte le famiglie imprenditoriali che si trovano a fare i conti con la successione generazionale delle proprie aziende.

Vale solo il consiglio di Enrico Carraro: prepararla bene e per tempo.  Mario Carraro, il patriarca, ha rinviato la sua uscita per prima recuperare un gap produttivo, ma poi si è fatto da parte optando per la soluzione del manager esterno con la nomina ad A.D. di Alexander Bossard ed assegnando ai due figli Enrico e Tommaso ruoli importanti nel gruppo. Il figlio maggiore – Giovanni – ha scelto lui stesso una soluzione esterna.

Chi, il consiglio di Enrico Carraro, non lo ha seguito, ha finito per vivere sulla propria pelle la c.d. Sindrome dei Buddembrook. Ne sanno qualcosa i Marzotto: come è solito ripetere sconsolato Matteo quando sostiene che il loro passaggio dalla terza alla quarta generazione si è rivelato un disastro per essere stato appunto gestito esaltando tutti i motivi per litigare. Ma lo sanno anche i Coin e i Tabacchi della Safilo.

In itinere ci sono poi le situazioni di Caprotti Esselunga, Pesenti, Ferrero, Merloni, Malacalza, Zoppas, assieme ai Berlusconi.

In casa Pittini, quelli delle Ferriere Nord, i figli Marina e Federico convivono all’ombra del padre fondatore tutt’ora in prima linea, più o meno come De Longhi ove il leader fatica a passare la mano.

Una soluzione originale è quella dei Riello: a ciascuno dei quattro figli il patriarca Pilade ha assegnato il 70% di ciascuna delle quattro aziende familiari, distribuendo il restante 30% tra gli altri tre. Così ciascuno può mostrare il proprio valore imprenditoriale forte dell’autonomia nella propria azienda. Una specie di impegnativa concorrenza in famiglia ove ciascuno dei quattro figli, pur governando in autonomia la propria azienda, si trova a dover rendere conto agli altri fratelli, portatori ciascuno del 10%. Al momento sembra una soluzione di grande saggezza ed efficacia, purtroppo però non tutti hanno quattro figli e quattro rami aziendali. E poi il tempo erode anche le situazioni che sembrano inattaccabili.

 

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