Cronaca
Due giovani fratelli giocatori di rugby, sostengono di aver imparato come gli eventi di ogni giorno ricordino più gli effetti anomali del pallone oblungo, di quanto non lo facciano le perfette (ma lo sono davvero?) orbite geometriche dei pianeti nello spazio. Lo hanno affermato in un libro dal titolo eloquente: “Andare avanti guardando indietro”. Contrariamente infatti ad altri sport giocati con sfere perfette di cui si può intuire la traiettoria, la palla ovale del rugby non permette di prevedere i rimbalzi: può venirti incontro o andare verso l’avversario a seconda dell’impatto con il terreno.
Nella realtà quotidiana è bene che gli imprenditori sappiano mettere in conto il rischio del rimbalzo della palla ovale.
Gli Hènockiens (cfr. pagina “Aneddoti e Curiosità”) sono un’associazione che raccoglie le aziende appartenute ad una sola famiglia con più di due secoli di storia. Al Club sono oggi iscritte 40 famiglie di cui ben 14 italiane. All’AUB (Aidaf, Unicredit, Bocconi – Osservatorio sulle aziende familiari italiane), sostengono come la longevità di una famiglia alla guida di un’impresa, non dipenda solo dalla pura capacità e solerzia imprenditoriale. Una famiglia longeva – afferma Gioacchino Attanzio Direttore Generale di AIDAF – deve saper regolare i suoi rapporti interni e deve saper affrontare i passaggi generazionali. I giovani portano nuovi stimoli, ma debbono saper convivere con la generazione che li ha preceduti. Un’azienda familiare – prosegue Attanzio – che regga nel tempo, non è sufficiente che sia solo ben amministrata, ma deve anche avere prontezza nei cambiamenti. Deve essere intimamente shumpeteriana.
Sempre secondo l’AUB, i meccanismi successori più comuni sono quattro:
- graduale cooptazione delle nuove generazioni in azienda dopo una fase di esperienza all’estero o, comunque, all’esterno dell’azienda familiare;
- suddivisione delle attività con quella “core” affidata al leader e tutte le collaterali affidate a membri della nuova generazione;
- creazione di una holding con un solo familiare al comando e gli altri associati che percepiscono dividendi;
- cessione interfamiliare ove una sola famiglia acquista dagli altri componenti che escono dal business.
Nel Novembre 2009, Pier Luigi Celli pubblicò su La Repubblica una lettera indirizzata al figlio consigliandogli di lasciare l’Italia per cercare fortuna in qualche altro paese occidentale ove non si calpesti il valore come avviene sempre più spesso qui da noi. Celli ha poi sviluppato il medesimo tema in un libro intitolato “La Generazione Tradita”. In un commento apparso su Il Sole 24 Ore del 12 Dicembre 2010, Nicola Lagioia, pur condividendo il tema di fondo dell’opera di Celli, vale a dire le oggettive difficoltà di affermazione dei giovani d’oggi, critica Celli perché a suo parere, quasi senza averne l’intenzione, l’Autore certifica la propensione di una classe dirigente composta da persone della sua stessa formazione culturale, a perpetrare il tradimento, finché sorte non la separi dalla plancia del comando. Il vizio di base (che Lagioia definisce “paternalismo di Urano”)……(è che) il libro parla di giovani ma in realtà non parla mai davvero a loro, quanto piuttosto agli stessi padri autori del tradimento. E lo fa senza interrogarsi su come uscire realmente da quella impasse.
Lagioia conclude quindi domandandosi: “Ma se davvero si vuole mettere la propria esperienza al servizio delle nuove generazioni, non sarebbe più istruttivo puntare più sui propri errori che sui propri auspici?”
Corollario: Nella mitologia greca, Urano era nato da Gea con la quale generò poi i titani, le titanidi e i ciclopi. L’ultimo dei suoi figli, Crono, lo evirò e dai suoi genitali caduti in mare, nacque Afrodite, dea della bellezza e dell’amore.
Insomma: Lagioia e tutti i giovani traditi, possono continuare a sperare.
Il Financial Time ha cercato di descrivere la personalità degli “Imprenditori ad oltranza”. Uno di loro – Ernesto Gismondi, 79 anni, leader di Artemide – ha affermato: “La consapevolezza di essere leader riconosciuti in tutto il mondo non ha prezzo. E’ una sensazione impagabile.” Il magnate americano John Kluge, poco prima di passare a miglior vita a 95 anni, ebbe a confidare: “non mi sento veramente bene se non sto correndo qualche rischio”. E’ una sindrome pericolosa che sconfina nella patologia, perché incombe il rischio che gli uomini di lungo corso finiscano per sentirsi immortali con tutte le conseguenze che questa deriva implica. |