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Il contenuto di questa rubrica è costituito da brevi sintesi di tutte le novità – giuridiche, fiscali, amministrative, ecc. – desunte dalla stampa o da provvedimenti delle varie Autorità. Le notizie sono esposte in ordine di data a partire dalle più recenti.

11/12/2010
Conferma dell’esclusione delle Associazioni di Diritto Pubblico dai benefici del 5xmille

La circolare 56/E del 10 Dicembre scorso ha riaffrontato il problema del controllo dei soggetti destinatari del 5 per mille.

Le Entrate hanno tracciato l’identikit delle associazioni e fondazioni riconosciute che operano senza scopo di lucro nell’ambito dei settori di attività di cui al Dlgs. 460/1997 (Onlus). L’Agenzia precisa che sono legittimate al contributo solo le associazioni e fondazioni che hanno ottenuto il riconoscimento della personalità giuridica, con specifica esclusione degli enti dotati di personalità giuridica di diritto pubblico. E’ stata ribadita la necessità che tali organismi svolgano la loro attività negli 11 settori previsti dalla legge per le Onlus e la tassativa assenza di lucro soggettivo. La circolare ha trattato anche un secondo aspetto, quello cioè del caso di cessazione dell’attività da parte di chi ha beneficiato del 5 per mille, come pure dalla cessazione anche della sola parte di attività in base alla quale era stato riconosciuto il diritto al beneficio.

10/12/2010
Filantropia radicale

Toby Ord, giovane filosofo di origine australiana docente presso l’Università di Oxford, sostiene che siamo tutti drogati di denaro. Dovremmo scegliere di svuotare ciascuno il nostro portafoglio di un decimo. La nostra vita non cambierebbe, ma il destino del mondo sì. Il giovane filosofo ha fondato l’associazione Giving What We Can,attraverso la quale ha già raccolto oltre 22 milioni di dollari. Per calcolare il proprio grado di benessere, nel sito di GWWC è stato predisposto un test, forse anche per suscitare il senso di colpa di chi ha già raggiunto il benessere economico.

11/11/2010
E’ in arrivo il primo principio contabile per gli Enti Non Profit

Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli esperti contabili, assieme all’Agenzia per le Onlus ed all’Organismo Italiano di Contabilità, ha predisposto un documento destinato a dare sistematicità alle procedure contabili delle Organizzazioni Non Profit che vanno sempre più assumendo la definizione di “Privato Sociale”. Sembra infatti che tale definizione risulti migliore di quelle finora utilizzate di Terzo Settore o Settore Non Profit. In attesa di raccogliere indicazioni e proposte da parte degli interessati, il documento è attualmente consultabile nei siti delle tre istituzioni coinvolte: www.commercliasti.it, www.agenziaperleonlus.it, www.fondazioneoic.org.

Il documento che ha per titolo “Quadro sistematico per la preparazione e la presentazione del bilancio degli enti non profit”, si propone di rispondere all’esigenza di dare omogeneità alla rendicontazione delle organizzazioni non profit attraverso alcuni punti di riferimento, vale a dire Comprensibilità, Imparzialità, Significatività, Prudenza, Prevalenza della sostanza sulla forma, Comparabilità e coerenza, Verificabilità dell’informazione, Annualità, Principio del costo.

La bozza che dovrebbe trasformarsi in “Primo Principio Contabile per gli Enti Non Profit” di emanazione del CNDCEC nel prossimo Gennaio, si espone – a nostro giudizio – al rischio di non definire correttamente il Risultato Economico che continua – in analogia a quanto avviene per le aziende for profit – ad essere definito come differenza tra Ricavi e Costi. Quello degli Enti Non Profit (o privato Sociale che dir si voglia), è un avanzo/disavanzo finanziario che da la misura di quante risorse ricevute (gratuitamente) siano state effettivamente utilizzate per gli scopi istituzionali (troppo facile fare “Risultati Economici”:  basta non trasferire tutto ciò che si è gratuitamente ottenuto). L’efficienza si misura invece attraverso la capacità di massimizzare l’attività istituzionale attraverso le risorse ricevute (e quindi minimizzando i costi di struttura) e, soprattutto, valutando l’efficacia degli “investimenti sociali” così realizzati.

11/11/2010
Il “Trust” a sostegno dei soggetti svantaggiati

Il “Trust” è un istituto giuridico che tradizionalmente non appartiene agli ordinamenti di “civil law” come l’Italia, essendo nato nei paesi anglosassoni ove è radicata la “common law”. Le sue origini risalgono infatti alla pratica dello use medioevale quando si poteva già assistere a fenomeni tipici del trust. Permettendo, ad esempio, agli enti ecclesiastici che avevano fatto voto di povertà, di detenere indirettamente beni immobili. Attualmente nell’ordinamento giuridico del nostro Paese l’art. 2645/ter cod.civ. (introdotto dal Dlgs. 273/2005), che disciplina la trascrizione degli atti di destinazione di beni immobili e mobili, offre anche la possibilità di impiego di questo strumento giuridico, per atti giuridici di destinazione nel mondo del non profit, come nel caso di segregazione di beni in favore di soggetti disabili o svantaggiati.

 

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